Cantautorap è una stanza in legno, unica.
Filtra molta luce dalla finestra. Luce calda, del pomeriggio.
Illumina il pavimento e le pareti, restituendo al legno un colore vivo, naturale, rossastro. Nei raggi che entrano volteggiano granelli di polvere, ma la stanza è pulita, limpida.
Ogni oggetto, ogni angolo, ogni asse è lavorato a mano, sembra antico.
Una sedia a dondolo, una cassettiera. Sopra di lei ci sono un candelabro e un orologio di bronzo. Entrambi fermi, entrambi riposano, allegri.
C'è un tappeto al centro, ovale, morbido, i suoi colori tendono al verde. Sono tinte sfumate, terrene. Sembra vecchio, ma forse non lo è.
Tutto nella stanza sembra leggermente invecchiato, vintage. Ma forse non lo è.
Fuori c'è il bosco; un venticello muove gli alberi, gli uccelli cantano in lontananza.
La stanza è vuota, in questo momento. Ma la sedia dondola, impercettibilmente, ancora vibra.
Sono sicuro che qualcuno si sia seduto poco fa e abbia fatto qualcosa.
Non mi è difficile capire che si sia seduto per scrivere...ma scrivere cosa? Una lettera? Una lettera. Forse d'amore, forse allegra, probabilmente con calamaio, piuma e inchiostro.
Se guardo bene, se mi fermo ad ascoltare, mi pare ovvio che qualcun altro sia passato di qua, ancora prima. Quasi sicuramente, un bambino. Ha bevuto un thé, ha mangiato dei biscotti e ha giocato sul tappeto. Forse. Non potrei giurarlo, ma è possibile.
Una cosa è certa: c'è tanto amore in quella stanza. Ma forse non ci abita nessuno. Non ancora. O non più.
Cantautorap
Jaku Feliz Reyes
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